34° SCACCIAMARZO-MONSANO -Sabato 23 Marzo 2024-Ore 10,00-12,00

A MONSANO (AN) SABATO 23 MARZO TORNA L’ANTICO FESTOSO RITO DEI BAMBINI DELLO “SCACCIAMARZO”

A cura del Centro Tradizioni Popolari, il Comune di Monsano, in collaborazione con La Macina, la locale Sezione dell’Avis, il Gruppo Protezione Civile e con il patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ancona, la trentaquattresima edizione dello “Scacciamarzo. E così, Sabato 23 Marzo, dalle ore 10,00 alle ore 12,00, tutti i bambini a riporteranno, casa per casa, alla maniera di una volta, questo nostro arcaico, festoso e rumoroso rito infantile di questua.

Lo Scacciamarzo, è un antichissimo canto rituale di questua infantile, di cui nell’anconetano se ne è persa letteralmente la traccia e la memoria. Nel 1979 a Corridonia, nel maceratese, dove è stato raccolto, il rito del “caccià marzu” (stando al racconto dell’anziano informatore, Nazzareno Pesallaccia, detto Mengrè, contadino), veniva effettuato, sino ai primi anni del secolo scorso, da gruppi di bambini, l’ultimo giorno di marzo, con accompagnamento assordante di barattoli, campanacci e della sgràciola (rudimentale raganella dal suono simile appunto allo strumento usato nella liturgia quaresimale in sostituzione delle campane “legate”) costruita con delle semplici canne.

Cortei di bambini, percorrevano le vie del paese e bussando di casa in casa portavano ad ognuno il canto augurale dello Scacciamarzo, per ricevere in cambio doni, ma soprattutto “l’ovo pe’ la ciambella” (tipico dolce marchigiano a base di uova, farina e zucchero).   Se però il dono non veniva o tardava a venire, i bambini intonavano verso i padroni di casa (la vergara ed il vergaro) una sequela di maledizioni (in perfetta sintonia, del resto, con gli immancabili saltarelli finali e rafforzativi di richiesta doni dei canti rituali di questua dei grandi. Un esempio per tutti: e dopo aver cantado / non ci avede dado niente / guarda che bbella gente / che Cristo fa campà’).

Il testo di questo raro e prezioso documento, ci è stato tramandato in una versione assai complicata e contaminata con la più nota e diffusa Pasquella dell’Epifania dei grandi. Il canto ha un’origine magico-pagana ed una inequivocabile funzione esorcizzante: quella di scacciare il “male” (l’inverno) e salutare e propiziare il “bene” (la nuova stagione, il sole, la primavera risorgente).

Come è ormai tradizione, ogni anno, sono invitati tutti i bambini della Scuola Primaria di Monsano, praticamente più di un  centinaio bambini in festa per questo ”Scacciamarzo” 2024 , arrivato quest’anno al notevole traguardo della trentaquattresima edizione.

Nella mattinata di sabato23 marzo, il centro storico di Monsano sarà “travolto” da gruppi di bambini festosi, che chiederanno, in cambio dell’esecuzione dello “Scacciamarzo” piccole offerte di denaro, di dolciumi e soprattutto di uova, con le quali verranno fatte delle enormi frittate, che poi saranno offerte a tutti i bambini e i presenti, in una merenda comunitaria.

La foto del manifesto ufficiale dello “Scacciamarzo” 2024 è opera di Giorgio Cellinese, Monsano 2023.  

PROGRAMMA “SCACCIAMARZO”

(Monsano, Sabato 23 Marzo  2024)

 

Ore 10,00Riunione di tutti i bambini in Piazza Mazzini

 

Ore 10,30-11,30 -  Il canto rituale di questua dello Scacciamarzo,

viene portato, casa per casa, da cortei di bambini

Ore 11,30-12,00   -  Nella Piazzetta Matteotti, a conclusione dello

Scacciamarzo, con le uova raccolte nella questua,

verrà offerta dall’ Avis di Monsano, una merenda,

a base di frittata, a tutti i bambini presenti e ai loro

accompagnatori.

 

Per informazione: LA MACINA Telef. e Fax.:0731-4263

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. /   www.macina.net

 

 

SCACCIAMARZO

 

Forra1 marzo dentro aprì’

fora ll’oi2 de’li contadì’

s’è ‘llamado 3 lu camì’

me sse rrotta la pignola4

fori vergara5 dacce ll’ova

 

si cce dai qualche cosetta

tutto lo lì6 te se rifresca

ssi ccolesetta7 non ce voli dà’

tutto lo lì te se pozza seccà’

 

fade presto e non tardate

che dal ciel’ cadè lla brina

fa venì’ lla tremarella

dacce l’oi pe’ la ciambella

 

scappa fori ‘na vecchierella

con tre oi su llà pannella8

scappa fori ‘u vecchierello

con tre oi su lu cappellu

 

scappa fori la vergara

con tre oi su llà spara9

scappa fori lu vergà10

con tre oi su lle mà’

 

fade presto e non tardate

che dal ciel’ cadè lla brina

fa venì’ lla tremarella

dacce l’oi pe’ la ciambella

 

e se nun ce dade niente

che vve pija ‘n’accidente

tanti chioi11 su ppe’ la porta

tanti cegoli12 lla la groppa13

 

tante bollette14 sotto le scarpe

tanti cegoli llà le chiappe

tanti chioi su ppè llu muru

tanti cegoli lla llu culu.

 


1.       fuori

  1. 2. uova 
  2. 3. franato 
  3. 4. piccola giara di terracotta 
  4. 5. padrona di casa 
  5. 6. le gemme di lino 
  6. 7. qualche piccola cosa 
  7. 8. grembiule 
  8. 9. salvietta da cucina 
  9. 10. capo di casa 
  10. 11. chiodi 
  11. 12. foruncoli 
  12. 13. dorso 

altra variante del verso: tanti diaoli te sse porta 

  1. 14. chiodini

da: Gastone PIETRUCCI, Cultura Popolare Marchigiana, Jesi, 1985, p. 308, n. 373

LA MACINA, C’era una volta Caterina nerina baffina de’la pimpirimpina, Madau Dischi MD019,   1986, lato B, n. 5

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento (Domenica 10 Marzo 2024 18:22)