Alberto PIERUCCI , Jesi e la sua valle , n. 12 - 17 Giugno 2006
GASTONE E LA MACINA
Mentre lo storico gruppo di canto popolare prosperava con la forza della tradizione, il suo leader avviava il proprio rinnovamento stilistico, sembrerebbe una contraddizione e invece il salto artistico di Gastone Pietrucci è solo un'interessante novità che non trascende la tradizione ma coabita con essa.
Dopo aver ascoltato le ultime due pubblicazioni discografiche dal titolo Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto del nostro personaggio, all'emozione suscitata da quel modo nuovo, personalissimo di interpretare testi della tradizione popolare, un vero esempio di stile, si è aggiunto, inevitabile, un rapido scorrere con la memoria lungo gli oltre trent'anni in cui La Macina è stata attiva. Di qui il desiderio, quasi complementare, di un incontro con Gastone, per rievocare insieme alcuni momenti significativi dell'ormai lunga, intensa ed attivissima vita della Macina, ma soprattutto per comprendere meglio la crescita artistica o, per meglio dire, la svolta del suo realizzatore.
E' stato così che pochi giorni fa ci siamo incontrati. Quanti fatti, eventi, persone, successi sono riemersi nel ricordo! Il Gruppo che ogni tanto si rinnovava nei suoi componenti,ma che via via andava sempre accrescendo il suo repertorio, che entusiasmava moltitudini di gente nelle piazze dei paesi, nei teatri e ovunque si presentasse, che suscitava curiosità e apprezzamento non solo negli strati popolari ma anche fra le persone colte , che ospitava di quando in quando gruppi di eccellenza e singole individualità prestigiose del canto popolare quali i Viulan, Caterina Bueno, Rossana Casale, Donata Pinti per citarne appena qualcuno.
Con il passare degli anni La Macina è giunta ad essere stimata quale una delle primissime formazioni di quel genere, in Italia. E presto si fece conoscere all'estero,anche fuori d'Europa, coinvolgendo e conquistando sempre un vasto pubblico.
Tutti sapevano, Gastone, che La Macina l'avevi concepita e creata tu, che tu ne eri l'anima, il collante e la forza trainante. Eri stato tu lo studioso, il ricercatore, il filologo adattatore dei testi... Quando poi era il momento di cantare eri lì allineato con gli altri, uno di loro. Eri quello con la voce roca ma intonata ed espressiva, e che cantava con il suo gruppo con piena fedeltà e aderenza ai modi della tradizione. Finché... Finché è venuta la svolta, sì, come l'hai definita tu, ed è nato l'aedo malinconico ed ardente... Mi vuoi spiegare come ti è sorto lo stimolo a cambiare stile e come hai trovato quella maniera così suggestiva di cantare?
"Tutto è nato proprio dall'attenzione che ad un certo punto ho iniziato a prestare alla mia voce roca, che molti trovavano interessante. Ne studiavo le potenzialità, ne venivo scoprendo i possibili effetti, finché ad un certo punto mi è venuto naturale esprimermi nel modo che hai sentito nei due CD. Non c'è stato niente di programmato, quindi. Il mutamento è maturato in modo spontaneo, in definitiva. Qualcuno riferendosi alla mia voce e forse al mio nuovo modo di cantare, ha creduto di trovare analogie con Tom Waitz. Sono stati tirati in ballo anche altre nomi noti. Ma ti assicuro: non mi ha mai sfiorato l'intenzione di seguire esempi, mode o tendenze. Gastone "nuova maniera" è l'esito di una maturazione naturale."
Dunque, dalla scoperta, fatta da solo,delle possibilità della tua voce è nato il bisogno di innterpretre certi canti della tradizione popolare in modo nuovo e personale.
"Certo, e ho capito che questo nuovo modo di interpretare implicava per me di dover cantare da solo. Soltanto così può trovare piena espressione il mio modo attuale di cantare. Sai, dopo più di trent'anni lungo i quali, come hai ridordato, ho dato tanto alla Macina, sono maturate le condizioni per riappropriarmi dei testi e metterli questa volta a disposizione della mia voce e in funzione di essa e poter liberare pienamente la nuova vena artistica che rivendicava il suo spazio."
La svolta, comunque, non è una rottura con il passato?.
"Assolutamente no. Anzi, in qualunque momento sono pronto a cantare con i miei collaboratori di oggi: Adriano Taborro, Marco Gigli, Michele Lelli e Roberto Picchio. Questa è La Macina di oggi, con Giorgio Cellinese come coordinatore. Cantare ancora insieme a loro, fare la Pasquella o piantare l'albero del Maggio a Morro D'Alba mi diverte tuttora e significa molto per me. Del resto risiedono in queste cose le radici anche del mio nuovo corso espressivo nel quale, non per niente, rimangoni i vecchi testi, ancora in dialetto"
Dimmi del bellissimo accompagnamento musicale alla tua voce, specie nel secondo CD.
"Hai sentito che roba? Gli amici della Macina mi hanno come "cucito addosso" la loro musica, in funzione della mia voce e del mio canto. Inoltre, il contributo artistico di suono del grande saxofonista Federico Mondelci ha impreziosito il disco. Ma tutti quelli che vengono citati nel piccolo opuscolo con riprodotto sul frontespizio un prezioso disegno fatto appositamente dall'artista Enzo Cucchi e che è la copertina del CD, hanno contrinuito in modo consistente a valorizzare il mio disco e mi piace ricordare anche qui i loro nomi: Francesco Caporaletti, Allì Caracciolo, Giovanna Marini, Fabio Verdini e i fratelli Marino e Sandro Severini (in arte Gang). Merita poi una citazione a parte, per la risonanza artistica da lui emanata in ambito internazionale, Moni Ovadia, autore di importanti e molto diffusi libri sulla cultura ebraica. Nel mio disco, che meriterebbe di essere conservato già solo per questo, il grande uomo di cultura e di spettacolo, con la sua straordinaria e inconfondibile voce, canta, altrenandosi e unendosi a me, un brano del repertorio toscano della compianta Dodi Moscati e un altro della tradizione yiddish (la lingua degli ebrei dell'Est Europa), da me adattato in italiano da una traduzione letterale".
I tuoi fans ascolteranno a lungo i tuoi ultimi CD e udendo la tua voce avranno anche davanti agli occhi la tua immagine come appare nel nuovo look che ricorda quello di certi intellettuali di alcune avanguardie francesi. In molti, intanto, aspettiamo l'uscita del terzo CD, a completamento dell'annunciata trilogia Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto.
Alberto Pierucci, Jesi e la sua valle, n. 12, 17 Giugno, 2006