LA TRILOGIA DELL'AEDO-Gastone Pietrucci l'aedo marchigiano: "scheggiata voce di pietra e di vento"
Martedì 11 Marzo 2008 15:27 | | |
LA TRILOGIA DELL'AEDO
Gastone Pietrucci, l'aedo della Marca: "scheggiata voce di pietra e di vento"
Gastone Pietrucci e La Macina; presentano: "La trilogia dell'aedo", frutto dei tre lavori discograficii dell' Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto" (Vol.I, II, e III), usciti rispettivamente, il Primo Volume nel 2002 (segnalato con il bollino TOP CDdi World Music) ed il Secondo Volume nel 2006 (segnalato da Folk Bulletin, con il bollino FBis!) ed il terzo, presentato (in prima nazionale) a Jesi, al Teatro "Pergolesi", sabato 6 febbraio 2010.
Gastone Pietrucci, fotografato da Emanuela Sforza, 2002, Aedo malinconico ed ardemte, fuoco ed acque di canto (Vol.I)
Così, completata con il Terzo Volume la trilogia dell' "Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto", il pubblico , potrà ascoltare in un'unica serata, il frutto di questi ultimi tre CD de La Macina, accolti entrambi con grande successo di critica e di pubblico, e che hanno segnato il nuovo percorso artistico di Gastone Pietrucci e dei suoi attuali, splendidi compagni di viaggio de La Macina: Adriano Taborro, chitarra, mandolino, violino, voce; Marco Gigli, chitarra, cembalo, voce; Riccardo Andrenacci, batteria, percussioni, voce; Roberto Picchio, fisarmonica, organetto, voce; Giorgio Cellinese , coordinatore.
“ […] Pietrucci “è” La Macina, che sempre più si caratterizza come una sorte di ensemble aperto e minimale, dove conta sì la coesione del tutto, il grumo dispiegato di forza espressiva, ma dove si staglia in primissimo piano la voce “scura e torturata” del leader, per dirla con le splendide parole di Massimo Raffaeli. Mai s’è sentita la voce di Pietrucci così arrochita e convincente, un binomio di ancestralità e inflessioni dell’oggi che ha pochi confronti, adesso, nel Bel Paese.[…] ”.
Guido Festinese, World Music,Anno XIII, N. 59, Marzo-Aprile 2003, dalla recenzione al disco: Gastone Pietrucci- La Macina, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto Vol. I, 2002.
*** DISCO SEGNALATO CON IL BOLLINO TOP DI WORD MUSIC ,Anno XIII, N. 59, Marzo-Aprile, 2003
"[...] La voce di Gastone è tutt’uno con lui. Quando li incontri è per la vita. Per me, che sono un modesto ma assiduo e tenace viaggiatore nei territori del canto, la grana dei suoni che escono dalla gola di Gastone, i graffi della sua emissione che scavano solchi nelle parole come granelli di una sabbia antica sollevata da un vento caldo, sono come i suoni delle sirene che tentarono Ulisse, mi ammaliano, mi attirano fino a farmi confondere la mia voce con la sua. Gastone è uno di quei personaggi di cui sei tentato di dire che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo e non è retorica del luogo comune, per me almeno. La prova è che ho accettato la sua versione italiana di una canzone yiddish, un’intollerabile “blasfemia” alle mie orecchie. Ma una “bestemmia” di Gastone Pietrucci, ha in sé il tratto di una grazia che viene da lontano. "
Moni Ovadia, dalla prefazione al disco: Gastone Pietrucci-La Macina, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, Vol. II, 2006
*** DISCO INSIGNITO DA “FOLK BULLETIN” CON IL BOLLINO FBis! (Disco raccomandato da FB, Dicembre 2006, Anno XVII, Numero 227)
"[...] La Macina splendida creatura che lavora sulla tradizione nelle Marche: un lavoro, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto che, crediamo abbia un posto riservato e speciale nella discoteca dell'anima delle cose che non si edcono dimenticare [...]"
Guido Festinese, World Music Magazine, Maggio-Giugno, 2004
Gastone Pietrucci, fotografato da Emanuela Sforza, 2002, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto (Vol. II)
" [...] Poi è arrivata La Macina. E ha scombussolato tutti i miei schematismi. Avevo sentito parlare di loro come di un grande gruppo di ricerca e riproposta della musica di tradizione orale marchigiana. Ne tesseva le lodi nientemeno che Giovanna Marini, che attribuiva un “rigore non ostentato” al loro lavoro; dunque quale migliore garanzia per includerla nel casellario del canto popolare? Poi improvvisamente scopro, non so più come, che avevano messo su un intero spettacolo su Fabrizio De André. Ma come? Che c’entrava? Quindi arriverà Luigi Tenco, e poi Piero Ciampi, e ora Domenico Modugno. A ben vedere, questi cantautori non erano scelti a caso, voglio dire non solo per la loro qualità intrinseca, ma anche perché in effetti hanno tutti qualcosa a che fare con il “popolare”. [...]
[...] Non potevo non entrare in contatto con questi singolari personaggi, perché, se di musica popolare ho una qualche infarinatura, alla canzone d’autore ho dedicato una vita. Scopro così un’intera compagnia di belle persone, cordiali, illuminate, artisticamente entusiasmanti. Scopro la simpatia e la voce rauca e ombrosa di Gastone Pietrucci, che con la stessa confidenza e lo stesso amore canta i documenti della tradizione marchigiana e i capolavori dei più grandi cantautori italiani. Addirittura imbastisce un concerto dove ogni canzone di De André viene affiancata ad un pezzo popolare che in qualche modo vi si collega. Incredibilmente, la Macina si unisce a uno storico e tiratissimo gruppo rock, i Gang, per realizzare, oltre che innumerevoli incontri dal vivo, un disco metà in dialetto e metà in lingua, che gli merita l’invito al Premio Tenco. Ancor più incredibilmente, mi chiamano a fare voce narrante in uno spettacolo su Ciampi. Scopro i loro dischi, tra cui un paio dal titolo [...]“Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto”: [...] Dentro ci sono i canti della cultura orale marchigiana, ma ci sono anche echi di Moni Ovadia, di Dodi Moscati, di Giovanna Marini, degli stessi Gang, ovvero di grandi “autori” della musica e del teatro del nostro Paese.
Ora [...] Pietrucci completa una sua trilogia con il presente album, per così dire antologico di tante e varie esperienze, per cui anche qui troviamo brani anonimi e altri d’autore, e che autori: Franco Scataglini, Virgilio Savona, Piero Ciampi, Pier Paolo Pasolini, Vangelis. Per non parlare di “ospitate” come quelle della Banda Osiris o di Ambrogio Sparagna. Anche stavolta, il repertorio contempla i due estremi della tradizione orale e della poesia scritta, così come quelle fasce intermedie che si esemplificava prima: un canto narrativo da cantastorie, una serenata eseguita con un’orchestra classica. [...]
[...] Ce n’è per tutti: per chi ama Piero Ciampi, appunto, e per chi ama Caterina Bueno. La Macina ha cancellato confini, ha abbattuto frontiere come dovrebbe essere ovunque per qualsiasi genere di frontiere.
Enrico de Angelis, dalla prefazione al disco: Gastone Pietrucci-La Macina, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, Vol. III, 2010
*** DISCO SEGNALATO CON IL BOLLINO DI "IMMENSO" DA "IL MANIFESTO" , da Alias,Supplemento Settimanale de “Il Manifesto”, Sabato 3 Aprile 2010. Anno 13 - N. 14.
Partiamo dalla doppia attribuzione, in titolo: Gastone Pietrucci “è” La Macina, il cuore pulsante che convoglia e spinge, con ostinata saggezza, un percorso che ormai attraversa i decenni. Le cronache potrebbero andare assai lontano, in epoche in cui c’era Giovanna Marini e poco più, a cercare il senso dell’oggi in tanti “ieri” della musica popolare che era conveniente lasciar morire d’inedia, nel vortice d’ottimismo gelido che annunciava tempi speciali e consumo per tutti. Lo “ieri” di Gastone Pietrucci erano le Marche delle filandare, del canto a vatocco, delle ballate tragiche del grande Nord filtrate, lì, in mille travestimenti diversi, e che lui s’è andato a cercare, per imparare a ricantarle, perché non morissero. Questo è il terzo capitolo dell’ Aedo, e siamo ormai a una sorta di pulsante “archivio della memoria” che ha dovuto incorporare nella scheggiata voce di pietra e di vento di Pietrucci altri materiali, che molti non crederanno “folk”: perché anche Piero Ciampi “Litaliano” come diceva Sartre, è un brandello di memoria che non deve andarsene, perché anche il Pasolini di Supplica a mia madre merita adeguata, sobria veste musicale. E che dire del Savona di E’ lunga la strada, percorso davvero “a latere” delle vicende del Quartetto Cetra? Sia come sia, qui partecipano, al solito, compagni di percorso che nobilitano il tutto con il dono della sincerità, senza schermi e paracadute: i Gang, l’Orchestra da Camera di Jesi, Ambrogio Sparagna e tanti altri. Perfino la Banda Osiris tiene un passo sobrio, ancorché monello.
Dovuto, a un Signore del canto.
Guido Festinese, da Alias,Supplemento Settimanale de “Il Manifesto” , Sabato 3 Aprile 2010. Anno 13 - N. 14.
Gastone Pietrucci, fotografato da Emanuela Sforza, 2002, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto (Vol. III)
Ultimo aggiornamento (Mercoledì 22 Gennaio 2014 17:44)
MACINA-GANG, "NEL TEMPO ED OLTRE CANTANDO"
Lunedì 10 Marzo 2008 18:23 | | |
Fortunato connubio dei due gruppi “storici” marchigiani, quello folk-revival di Gastone Pietrucci , voce ed anima de La Macina e quello combat rock dei Gang dei fratelli Marino e Sandro Severini e del loro primo e fortunato progetto comunitario, “Nel tempo ed oltre, cantando” , titolo del loro acclamatissimo concerto e dell’omonimo CD, pubblicato a gennaio del 2004 ed edito da Storie di Note Un super gruppo , invitato all’ultimo “Premio Tenco 2004″ , come “gruppo evento dell’anno” e dove ha riscosso un caloroso successo di pubblico e di critica.
Gang Marino Severini, voce, chitarra Sandro Severini, chitarra elettrica Francesco Caporaletti , basso Francesco Bigoni , batteria Fabio Verdini , tastiere
Marino Severini e Gastone Pietrucci, Macina-Gang, Ancona,Teatro delle "Muse", 2004
“…Due esempi di fierezza messi assieme, una “colla della memoria” e due reagenti che assieme sprigionano forza e tenerezza. Adesso il connubio Macina e Gang è realtà a tutti gli effetti. Con un disco che prende le mosse ancora una volta dalle parole di un poeta, Alfonso Gatto, e che centra sin dal titolo l’obiettivo: perchè la tradizione, per dirla con Confucio, non è vegliare sulle ceneri, ma saper coltivare le scintille e tenere acceso il fuoco. Qui trovererte un incendio elettrico che comincia con un altro titolo profetico, Le radici e le ali , un incendio che è la forza nuda e poetica di un possibile canzoniere popolare costruito con le schegge della tradizione orale e gli spezzoni brucianti del combat rock militante. Mordono le chitarre con guizzante, saggio vigore, morde la voce antica ed essenziale di Pietrucci a dominare un flusso di idee, storie, percorsi individuali e collettivi lontani dall’oblio”. Guido Festinese , World Music Magazine , Maggio-Giugno 2004
Ultimo aggiornamento (Martedì 11 Maggio 2010 16:13)
MACINA & LO SPERIMENTALE TEATRO A in "PIANGE PIANGE MARIA POVERA DONNA..." (Sacra Rappresentazione)
Domenica 09 Marzo 2008 18:47 | | |
MACINA & LO SPERIMENTALE TEATRO A’ in "Piange piange Maria povera donna…" (Tradizione e religiosità nella cultura orala marchigiana ed umbra) - Sacra Rappresentazione -
Giovedì 06 Marzo 2008 15:16 | | | |
(Sacra Rappresentazione)
Maria Novella Gobbi, Maria, coro, in “Piange piange Maria povera donna…” Teatro “Lauro Rossi, Macerata, 2006
Lo spettacolo, in un tempo, nasce dalla organizzazione drammaturgica e scenica del materiale popolare di tradizione orale a soggetto religioso, relativo alla Passione, in particolare della Madonna, raccolto in molti anni dai due gruppi storici di Ricerca e Produzione Teatrale e Musicale facenti capo per la musica ed i canti a : La Macina sotto la direzione dell’antropologo-musicologo Gastone Pietrucci; e per i testi drammatici allo “Sperimentale Teatro A” con la direzione artistica di Allì Caracciolo. Lo spettacolo si impernia sulla figura di Maria, così come è sentita nei secoli dalla pietà popolare che, se da un verso non ne celebra l’astratta divinità, dall’altro ne coglie e condivide la esasperata “umanità”, identificando nel dolore di lei il dolore stesso di una umanità trafitta dalla violenza, e da misera solitudine. Il patrimonio dei canti e quello delle laudi e Sacre Rappresentazioni sono tutte rigorosamente di tradizione orale e si fondono in una drammaturgia che non si propone di avvicinare e far rivivere due generi, musica e prosa, ma che li unifica in un solo “cantare” che riporta alle origini in cui nasce la parola-canto all’interno dell’evento, in cui cioè il dolore si fa pianto, la storia canto e lamento. Fondamentale in tal senso la funzione dell’Aedo, personaggio che incarna il tramite tra l’evento ed il suo affidamento alla memoria. Perché la memoria è il fondamento non solo della storia ma dell’essere uomini, ed in questi tempi di immemoria, l’Aedo, un cantore vagante, un rapsodo partecipe e attento, si pone ancor più interessante come necessità di testimonianza. E necessità che tale sangue non sia stato vano: è la continuità della memoria. Per questo lo spettacolo si chiude con un passo da il Canto del popolo ebraico massacrato di Yitzhak Katzenelson, dopo il quale le note di un canto yiddish possono sfumare in quelle di un Salve Regina popolare che malinconicamente invia al cielo una richiesta di speranza. Scrive Gastone Pietrucci di questo spettacolo: “Laudi e Sacre Rappresentazioni… contrapposte ed incastonate in un continuo parallelo e confronto tra parola e cadenze, valori fonetici e musicalità, corpo, voce e maschera facciale per rappresentare Maria, come da secoli l’ha vista e cantata il popolo: non la Regina dei Cieli, ma soltanto una tenera, spaesata, angosciata madre terrena… in un continuo e serrato confronto e scontro tra ieraticità antiche e strazi moderni. La pietà popolare si allarga così, nella visione inorridita della violenza, alla pietà dei popoli.”
Rappresentazione particolarmente emozionante, dedicata al ricordo di Maurizio Agasucci (recentemente scomparso e grande interprete in questa suggestiva piece teatrale della figura del Cristo, di Giuseppe di Giovanni e del coro) sostituito dal giovane e promettente attore Fabio Bacaloni.
Gastone Pietrucci, Maria Novella Gobbi, Maurizio Agasucci, in “Piange piange Maria povera donna…” Teatro “Lauro Rossi, Macerata, 2006
“PIANGE PIANGE MARIA POVERA DONNA…”
Tradizione e religiosità nella cultura orale umbro-marchigiana
(Sacra Rappresentazione)
con
Maria Novella Gobbi, Maria, coro
Fabio Bacaloni, Gesù, Giuseppe, Giovanni, coro
Gastone Pietrucci, aedo, cantore, coro
La Macina, la musica, coro
Luci: Allì Caracciolo-Giorgio Sposetti
Costumi: Maurizio Agasucci
Ricerca e direzione musicale: Gastone Pietrucci
Collaboratori per la ricerca: Maria Novella Gobbi-Giorgio Sposetti
Ultimo aggiornamento (Mercoledì 22 Gennaio 2014 17:49)
GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-MUGIA BELLAGAMBA in "LA FILANDA E' 'NA GALERA..."
Sabato 08 Marzo 2008 23:41 | | |
GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-MUGIA BELLAGAMBA
in
"LA FILANDA E' 'NA GALERA..."
Le lacrime, il sudore, la fatica, la gioia, il dolore, la rabbia,
la rassegnazione, la speranza, la nostalgia, i ricordi
nei canti e nei racconti delal filanda jesina
(Nuova Produzione)
Il Concerto-Spettacolo è stato montato e presentato in prima nazionale, con grandissimo successo di pubblico e di critica, in occasione della 26^ edizione del Monsano Folk Festival 2011, a Jesi, giovedì 10 agosto, nel Cortile dell'Ex- Appannaggio, alle ore 22,00, nel "Concerto Grande della Sera".
“Ogni ave maria ‘n verme...”
Gina, una filandara jesina, 1989
Grazie ad un fortunoso sbobinamento (avvenuto recentemente da parte di cinque appassionate e determinate componenti dell’Associazione Fidapa di Jesi, Graziella Anibaldi, Patrizia Monarca, Daniela Morresi, Bianca Maria Rossi, Antonella Ricci), di ben quattordici bobine sepolte tra tutte le altre registrazioni, dell’inedita Raccolta (frutto di una più che quarantennale, appassionata e frenetica ricerca sul campo di Gastone Pietrucci), ora sono venute alla luce quelle sue registrazioni-interviste fatte ad un Gruppo di ex-Filandare jesine, nel 1989 in occasione della realizzazione e della pubblicazione, nel 1990, del CD: Io vado allà filandra... Canti della filanda jesina) curato dal Pietrucci stesso.
Ora, con questo nuovo Concerto-Spettacolo, attraverso la splendida, grande voce narrante e “popolare” di Mugia Bellagamba, inframmezzate dai canti della filanda jesina eseguiti dalla voce “scura e torturata” di Gastone Pietrucci e da La Macina, in un abbinamento di sicuro impatto emotivo e di grande pathos, le loro storie così dure, forti, potenti, uscite fuori dalle quelle trascrizioni integrali delle mie interviste, ritornano a “vivere” e a ricordarci la loro vita e quella del duro lavoro della filanda.
Da questi anche se pur piccoli, ma significativi frammenti, ne viene fuori uno spaccato di vita di queste splendidi, forti, determinate, grandi donne, protagoniste a tutto tondo della loro e della nostra storia. Una storia minima, una microstoria, ma non per questo meno importante (soprattutto per le nuove generazioni) di queste generose, combattive donne, alle quali l’incuria del tempo e l’indifferenza (direi “criminale”) della nostra smemorata società, vuole togliere e cancellare ancora una volta, non solo la loro voce, ma anche il loro ricordo
E così grazie a questo Concerto-Spettacolo: La filanda è ‘na galera... le lacrime, il sudore, la fatica, la gioia, il dolore, la rabbia, la rassegnazione, la speranza, i ricordi, il canto e la parola di queste grandi, umili e forti lavoratrici e donne della filanda jesina, ritornano, quasi per miracolo, a farsi sentire, più potenti della nostra ignavia, della nostra “piccola” e fragile memoria.
LA MACINA GASTONE PIETRUCCI , voce Adriano Taborro , chitarra elettrica, mandolino, violino, voce Marco Gigli , chitarra, voce Roberto Picchio , fisarmonica Giorgio Celinese , coordinatore
e con la partecipazione straordinaria di Mugia Bellagamba, voce narrante
Ultimo aggiornamento (Lunedì 08 Giugno 2015 18:58)
ALTRE PROPOSTE MACINA
Venerdì 07 Marzo 2008 18:49 | | |
ALTRE PROPOSTE MACINA:
(In sintesi)
1) GASTONE PIETRUCCI & ORCHESTRA GIOVANILE DELLE MARCHE DIRETTA DAL MAESTRO STEFANO CAMPOLUCCI in
"POPULAR SIMPHONY"
Il canto de La Macina in concerto sinfonico (nuova produzione, 2015)
Un esperimento inedito ed estremamente interessante, con la "voce scura e torturata" di Gastone Pietrucci a fare da contraltare agli arrangiamenti sinfonici suggestivi ed innovativi del Maestro Stefano Camploucci e della sua Orchestra Giovanile delle Marche (un ensemble di trenta elementi). L'incontro tra due esperienze musicali molto diverse tra loro e mai venute a contatto: la musica sinfonica e la musica popolare marchigiana.
2) LA MACINA con la partecipazione straordinaria di FILIPPO PAOLASINI E PAOLA RICCI
in
“FINISCO PERCHE’ NON HO PIU’ VOGLIA DI ALLUNGARE”
Prigioniero di Guerra-Lavalle Angelo-stanlager XVIIIA (nuova produzione, 2015)
Dalla lettura integrale del diario postumo del chiaravallese (di origine pugliese) Angelantonio Lavalle, intitolato dallo stesso autore: “Prigioniero di Guerra – Lavalle Angelo –stamlager XVIIIA” , è stato tratto questo Concerto-Spettacolo a più voci: tra La Macina e due giovani attori Filippo Paolasini e Paola Ricci, rispettivamente “voce narrante” e “voce fuori campo”, con la Scenografia di Carlo Cecchi , la Presentazione di Massimo Raffaeli, per la Regia di Gastone Pietrucci.
Il Concerto-Spettacolo, si intitola: “Finisco perché non ho più voglia di allungare” (l’ultima frase con la quale Angelo ha chiuso improvvisamente il suo toccante diario, scritto con una bella e chiara scrittura) ed ha come sottotitolo lo stesso titolo che Angelo ha dato al suo breve, toccante e nonostante tutto “sereno” diario di prigionia. Così verrà ricordato, attraverso lo scritto di Angelo il suo lungo, doloroso periodo di prigionia tedesco, dall’otto settembre 1943 sino al 30 aprile 1945 (come si evince dall’ultimo giorno di lavoro, puntigliosamente annotato nel suo personale libretto di lavoro del lager), e soprattutto verrà ricordato ai giovani (in occasione dell’Anniversario del 25 Aprile) questo momento storico così tragico e doloroso.
La lettura del diario sarà inframezzato dagli intensi intermezzi musicali de La Macina , tutti basati su inediti di poeti contemporanei marchigiani, tra i quali Francesco Scarabicchi, Allì Caracciolo, Franco Scataglini , musicati appositamente da La Macina e del piemontese Giovanni Rapetti musicato dai Tre Martelli ed interpretati dalla "voce scura e torturata" di Gastone Pietrucci.
3) GASTONE PIETRUCCI & SAMUELE GAROFOLI QUARTET in
"RAMO DE FIORI"
I canti della tradizione orale marchigiana de La Macina incontrano il jazz (nuova produzione)
Inedito, imperdibile, grande progetto musicale, dove il jazz incontra, contamina e rinnova” la musica popolare ed in particolare alcune delle più belle canzoni del Gruppo La Macina. “Ramo de fiori” (La Macina incontra il jazz)è il titolo di questo evento: un esperimento inedito ed estremamente interessante, con la voce di Gastone Pietrucci a fare da contraltare all'inventiva di Samuele Garofoli, tromba e flicorno Roberto Zechini, chitarra ed elettronica, Gabriele Pesaresi, contrabbasso e Massimo Manzi, batteria (quattro tra i più importanti e significativi esponenti della scena jazz marchigiana ed internazionale) dei loro intensi, suggestivi ed innovativi arrangiamenti. L'incontro tra Gastone Pietrucci e Samuele Garofoli è l'incontro tra due esperienze musicali molto diverse tra loro e mai venute a contatto: il jazz e la musica popolare marchigiana. Apparentemente inconciliabili e distanti, i due mondi offrono invece tantissimi punti di contatto che nel confronto sono stati portati alla luce e sviluppati. La trasmissione prevalentemente orale della musica, l'improvvisazione, la capacità di interagire con i luoghi, sono caratteristiche comuni della tradizione folklorica e jazzistica, e forniscono le basi su cui è costruito l'evento. Le melodie semplici ma perfette della musica tradizionale, si fondono così con armonie e arrangiamenti moderni e raffinati, donando nuova luce ai testi toccanti o conturbanti delle antiche canzoni, le cui tematiche sull'emigrazione, sulla guerra e su amori inconfessabili, sono tutt'ora fin troppo attuali. Un prodotto completamente nuovo, intrigante e coinvolgente che spiazzerà probabilmente i “puristi”, i “nostalgici” e i “custodi” del folk più puro ed... incontaminato, ma che senza dubbio farà discutere, emozionerà, trasportando ed evolvendo la musica popolare, in un altro linguaggio, quello della sperimentazione, della contaminazione di due mondi musicali così lontani, ma straordinariamente così vicini e d in fondo così simili e complementari.
Da questa operazione nel 2013 è scaturito l'omonimo cd: "Ramo de fiori" (Gastone Pietrucci e Samuele Garofoli Quartet, RaRa Records PHM13070PG).
con
Gastone Pietrucci,voce
Samuele Garofoli,tromba, flicorno
Gabriele Pesaresi,contrabbasso
Roberto Zechini, chitarra elettrica
Massimo Manzi, batteria
4) LA MACINA con la partecipazione straordinaria di FILIPPO PAOLASINI E PAOLA RICCI in
"1915 - DOLOROSA CI FU LA PARTENZA..."
Un concerto non solo sulla "Guerra Grande", ma sul dolore della guerra. (nuova produzione, 2015)
Canti, ricordi, lamenti, testimonianza dell' "altra" Italia sull'immane tragedia della
Grande Guerra, tra La Macina e la partecipazione di due giovani attori,
Filippo Paolasini e Paola Ricci, voci narranti.
Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci
5) LA MACINA
"SPUNTA L'ALBA DEL VENTIQUATTRO MAGGIO..."
Canzoni contro tutte le guerre. (nuova produzione, creata appositamente per la giornata del 24 Maggio 2015)
All’alba del 24 maggio 1915, fra le 4 e le 6 del mattino, molti centri della costa marchigiana, tra cui anche Porto Recanati, furono svegliati e colpiti dai cannoni della Marina Imperiale austro-ungarica.
A distanza di 100 anni da quel tragico giorno che segnò l’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, vogliamo invitare le scuole, le amministrazioni, le associazioni culturali , i cittadini a salutare l’arrivo dell’alba in riva al mare, a Porto Recanati, domenica 24 maggio 2015. Ognuno potrà portare brevi letture, versi, memorie che serviranno non solo a ricordare il tragico passato della Grande Guerra, ma a trasformare l’Adriatico in un ponte di dialogo, comprensione, inclusione tra le sponde mediterranee.
Sulla spiaggia suoneranno e canteranno Gastone Pietrucci ed i musicisti del Gruppo di ricerca e canto popolare “LA MACINA” con il loro concerto “ SPUNTA L’ALBA DEL VENTIQUATTRO MAGGIO”.(montato appositamente per l'occasione).
6) GASTONE PIETRUCCI E MARCO POETA
"OLTRE I CONFINI DEL FOLK"
Concerto per voce e chitarra a dodici corde dei due artisti marchigiani , per la prima volta insieme. (nuova produzione)
Marco Poeta, tra i migliori e più originali chitarristi acustici italiani, incontra la "scheggiata voce di pietra e di vento" di Gastone Pietrucci e la musica de La Macina, attraverso la magia della sua straordinaria chitarra a dodici corde. Adottando per il suo strumento una tecnica assolutamente unica e innovativa, quella della chitarra portoghese del fado di cui è un apprezzato specialista, Marco Poeta trasforma la dodici corde in “un nuovo liuto che dispiega una imprevedibile ricchezza timbrica ed armonica”, come scrive Moni Ovadia nel 2012, nelle note di presentazione del disco Reminiscenceof John Dowland. Ora questo nuovo progetto dei due artisti marchigiani, che per la prima volta si incontrano, comprende alcuni tra i più celebri brani tratti dallo sterminato repertorio popolare marchigiano de La Macina , che così riarrangiati e reinterpretati (come i songs di Dowland) nascono a nuova vita in tutta la loro vibrante emozione ed alcuni brani inediti composti appositamente da Marco Poeta, che, grazie alla particolare tecnica adottata, rivela un mondo sonoro suggestivo e inaspettato.
7) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-ENRICO de ANGELIS in
"SONO BELLO BELLISSIMO, IL PIU' BRAVO E NON PERDONO"
La Macina per Piero Ciampi
Diciotto canzoni del grande poeta livornese rielaborate ed interpretate da La Macina e inquadrate dalla voce narrante di Enrico de Angelis, uno dei massimi studiosi e conoscitori dell'opera e della vita di Piero Ciampi, "barbone celeste" della canzon italiana. Saggio di Enrico de Angelis appositamente scritto per questo Concerto-Spettacolo. Regia di Allì Caracciolo.
con
LA MACINA
Enrico de ANGELIS, voce narrante
8) GASTONE PIETRUCCI & FABIO VERDINI in
"DICONO DI ME"
Concerto per voce e pianoforte
La "voce sabbiosa e vintage" di Gastone Pietrucci affronta per la prima volta un variegato repertorio internazionale di grandi canzoni che ha sempre amato.
Da To The Unknown Man (Dicono di me) di Annamaria Testa-Vangelis, ad Accontentai del mio amore di Bruno Lauzi, daLuna Tucumana e Alfonsina y el mar del repertorio della grande Mercedes Soza, alla preghiera yiddish Unter Dayne Vaise Shtern (Sotto la tua bianca stella) a Carmela di Salvatore Palomba e Sergio Bruni,da Picture In a Frame (La fotografia nella cornice) di Tom Waitz, a Dal fronte non è più tormato del dissidente russo Vladimir Vyssotskij a Sodade (Nostalgia) di Cesaria Evora, da Vedrai vedrai di Luigi Tenco a Lagrima, un fado di Amàlia Rodriguez, da Tu no di Piero Ciampi ad Un'amica in viaggio di Marco Ongaro, sino a Avec le temps (Col tempo) di Leo Ferrè, che embletamticamente chiude il Concerto.
con
Gastone Pietrucci, voce
Fabio Verdini,pianoforte
9) LA MACINA
"DA BOCCA DI ROSA A CATARINELLA"
Il mondo popolare di De André e de La Macina
“[…] Altra idea vincente de La Macina: Da Bocca di Rosa a Catarinella, ovvero come rileggere il canzoniere di Fabrizio De Andrè inseguendo il filo delle storie popolari che il poeta di Marinella ha saputo rintracciare e reinventare […]” (Guido Festinese,Gira la Macina e ripassa la musica delle Marche, il Manifesto, 11 Agosto 1999). Questo “vecchio” e sempre valido lavoro de La Macina del 1998 è dedicato al ricordo e all’opera di Fabrizio De Andrè, grande, “popolare”, “eretico”, indimenticato artista-poeta genovese, ricordandolo con l’affetto della memoria. Attraverso questo lavoro “parallelo” con alcune delle sue più belle, significative canzoni, e le quasi, incredibili, corrispondenti popolari ritrovate dal Gruppo La Macina nella sua quasi quarantennale ricerca, riscoperta e diffusione della cultura orale marchigiana, si è voluto sottolineare le affinità tra questi due mondi, così lontani e così straordinariamente vicini.
Il programma è suddiviso in dieci parti, corrispondenti ad altrettanti temi poetici e musicali a confronto: La ballata, La guerra, La diversità/L’emigrazione, Il nonsense/il gioco, Il carcere, L’amore, La protesta, Il pianto di Maria, Il mare, La licenziosità.
10) GASTONE PIETRUCCI
“VOCE NEL SILENZIO”.
Concerto itinerante, a numero chiuso, per trenta spettatori-testimoni alla volta, attraverso le sale tematiche dei vari Musei delle Tradizioni Popolari).
Il Concerto montato appositamente per i Musei delle Tradizioni Popolari, si svilupperà in forma itinerante attraverso le sale tematiche dei vari Musei ed è basato tutto sulla forza e sulla potenza evocativa della “voce” (primario strumento del canto popolare). La “voce” di Gastone Pietrucci, i controcanti ed il cembalo di Marco Gigli , le suggestive percussioni di Riccardo Andrenacci, e la voce-guida di Milena Gregori, accompagneranno gli spettatori-testimoni, attraverso un viaggio immaginario, tra gli utensili creati dalle stesse mani dei contadini per il lavoro dei campi, la casa e gli animali, ricreando ed evocando l’atmosfera, il silenzio, la durezza del lavoro, la gioia sfrenata della licenziosità, le paure, le superstizioni, l’amore, il dolore, la rabbia, la religiosità, i giochi motori, le filastrocche infantili, i canti a “vatocco” della civiltà contadina.
con
Gastone Pietrucci , voce
Marco Gigli , voce, cembalo, chitarra
Riccardo Andrenacci , piccole percussioni
Milena Gregori, voce-guida
Giorgio Cellinese, coordinatore
Ideazione e Regia: Gastone Pietrucci
11) GASTONE PIETRUCCI-MACINA-MARINO & SANDRO SEVERINI (GANG)-FRANCESCO SCARABICCHI in
"LA POLVERE SI ALZA"
Omaggio musicale a Luigi Tenco-Piero Ciampi e Fabrizio De André da parte de La Macina e dei Gang (Marino e Sandro Severini) con i commenti critici di Francesco Scarabicchi, uno dei massimi poeti marchigiani, scritti appositamente per questo Concerto.
12) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-MILENA GREGORIin
"1861-2011- UN PAESE MANCATO?"
I centocinquanta anni dell'Unità d'Italia attraverso le canzoni popolari e le speranze degli italiani
"Questo è uno spettacolo di canzoni dedicate alla storia italiana. Il programma associa antichi brani della tradizione popolare a testi che parlano al presente e del presente. Il titolo dello spettacolo, Un paese mancato, viene direttamente dal libro di uno storico, Guido Crainz, sull’Italia del dopoguerra. E’ un titolo allarmato, allarmante. Nessun altro titolo, tuttavia, direbbe meglio la situazione del nostro paese. Un paese spento, narcotizzato, impaurito, senza quasi più politica che non sia quella del dispotismo economico-finanziario e del dominio televisivo. Un paese che sta cancellando, oltretutto, la propria storia: milioni di emigrati in Europa e nelle Americhe, poi, dopo la dittatura fascista e la Resistenza, il più grande movimento operaio organizzato dell’Occidente; oggi, la perdita del legame sociale, la caduta di un qualunque progetto collettivo: c’è il vivere alla giornata e come in assenza di orizzonte, mentre misure securitarie, xenofobe e apertamente razziste sono entrate nel senso comune. Per chi non ce la fa c’è l’elemosina, un obolo misericordioso il quale serve a confermare che il mondo, vale a dire la società così com’è, è eterno e immodificabile e che dunque è stolto o temerario chi pensa di cambiarlo. Un poeta, assassinato più di trent’anni fa, aveva colto sul nascere i meccanismi della società dei consumi e parlava di omologazione, di universo orrendo, addirittura di genocidio delle culture e dei modi di vita popolari; aveva visto il mondo, tutte quante le cose e le persone, trasformate in merci, in semplici variabili del Mercato; così diceva Pier Paolo Pasolini negli Scritti corsari: “Non siamo più di fronte […] a ‘tempi nuovi’ ma a una nuova epoca della storia umana: di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche. Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così a tale trauma storico. Essi sono divenuti in pochi anni […] un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. […] Ho visto dunque ‘coi miei sensi’ il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino a una irreversibile degradazione”. A sua volta, un compagno di via di Pasolini, cioè Paolo Volponi, nel romanzo Le mosche del capitale, descrivendo la nostra società postindustriale e postmoderna, così avrebbe ne avrebbe definita la classe dirigente: “Anche i razziatori di schiavi, d’oro e di pietre preziose nei più selvaggi e sperduti villaggi indios del Mato Grosso, anche i cacciatori meticci di animali e di insetti rari, di donne o di bambini, e anche i capisquadra più ignoranti dei campi di lavoro, dei fazenderi tedeschi o olandesi, sono migliori, più intelligenti e capaci di questi neri sopravvissuti, fantasmi dell’industria fascista, dispensiera di imposizioni, di ordini come di cattivi prodotti, complice di tutti i poteri più arretrati, negatrice di qualsiasi autentica cultura italiana, demolitrice di centri storici e di monumenti, sventratrice di vecchie civiltà e di meravigliosi equilibrati territori”. Testi appositamente scritti per lo Spettacolo da: Massimo Raffaeli
13) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-SERGIO CARLACCHIANI in
"E COSI' DIMENTICAMMO LE ROSE..."
Omaggio poetico/musicale a Cesare Pavese e Luigi Tenco, Dino Campana e Piero Ciampi. Eugenio Montale e Fabrizo De André.
La poesia, la musica, la canzone: Sergio Carlacchiani, Gastone Pietrucci, La Macina, tre realtà artistiche marchigiane per tre grandi poeti e tre grandi cantautori.
14) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA-PAOLO PIRANI in
"NEL BLU DIPINTO DI BLU... QUANDO MODUGNO INCOMINCIO' A VOLARE"
Omaggio a Domenico Modugno, attraverso i ricordi, le canzoni, le suggestioni, le opere di questo grande interprete che ha rivoluzionato il corso della canzone italiana. Di e con la Regia di Paolo Pirani.
" Insieme a Gastone Pietrucci e La Macina, da sempre impegnati nel far parlare le pietre del ricordo, della storia minuta, del folclore, dello ieri ma anche dell’oggi nel suo screziato apparire, ho desiderato cogliere un tenero fiore e deporlo sull’immagine sempre vivida di un artista ‘fuoriserie’, che ha rivoluzionato la canzone italiana con la sua carica, arruffato e appassionato. Ripensare a Domenico Modugno, attraverso le sue canzoni è anche ripensare all’Italia di quegli anni, quelli di Volare, con i motivi che ci hanno accompagnato nell’arco di un trentennio, come fossero la colonna sonora della nostra vita."Paolo Pirani
15) LA MACINA in
"SEMO VENUDI PE' L'ALLEGRIA SE NON VOLEDE ANNAMO VIA..."
La Macina "più popolare", sanguigna, travolgente, aggressiva, entusiasmante nel grande corpus della nostra comune tradizione orale marchigiana.
Con questo concerto : “Semo venudi pe’ l’allegria, se non volede annamo via…” (titolo tratto dalle strofe finali del canto rituale di questua del solstizio d’inverno, La Pasquella), La Macina, riproporrà, quindi con la sua proverbiale aggressività ed entusiasmo, i canti, i motivi, le musiche, del grande corpus della tradizione orale marchigiana, ritrovati nel suo più che quarantennale lavoro di ricerca sul campo nel territorio della Marca, e con particolare riguardo alla zona dell’anconetano.
Un repertorio quindi affascinante, sanguigno e travolgente di saltarelli, di canti rituali di questua, di canti satirici e licenziosi, ballate, canti e filastrocche iterative infantili, canti “a vatocco”, di lavoro, di emigrazione, di cantastorie, canti religiosi, ninne-nanne, di protesta, d’amore della nostra comune memoria.
16) ENSEMBLE ITALO-ARGENTINO (Gastone Pietrucci, voce-Laurita Pergolesi,voce, chitarra- Christian Riganelli, fisarmonica-Chiara Burattini, violoncello-Andrea Barbadori,batteria, percussioni) in
"A DA NASCE UN BEL BAMBINO.../ NACERA' UN NENE LINDO..."
Il canto del Natale tra i due Mondi
Con questo inedito Concerto “natalizio”, si vuole proporre, a confronto, i canti religiosi dellaNavidad Nuestra, (composti su materiali popolari argentini da due grandi musicisti,Félix LunaedAriel Ramirez, autore quest’ultimo anche della celeberrimaMisa Criolla), con i corrispondenti (almeno nei testi e negli argomenti) canti popolari italiani del periodo natalizio. E così ai sette brani argentini (La Anunciación, La Peregrination, El Nacimiento, Los pastores, Los reues magos, Pastorcito de Belén, La Huida) verranno contrapposti gli “identici” brani della tradizione orale italiana, piemontese, veneta, marchigiano-campana, laziale, calabrese, in un confronto di grande interesse e suggestione
17) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA in
"E TUTTO IL MIO FOLLE AMORE..."
Omaggio a Domenico Modugno attraverso le canzoni più significative del suo sterminato repertorio.
18) LA MACINA in
"L'AMORE, IL DIAVOLO E L'ACQUASANTA"
Liricità, licenziosità e religiosità nella tradizione orale marchigiana
19) GASTONE PIETRUCCI-LAURITA PERGOLESI in
"MA COME E' GRANDE IL MARE SE TI DIVIDE IL MARE..."
La "via spinosa" della grande emigrazione marchigiana
con la partecipazione straordinaria di Marco Gigli,chitarra,voce, Roberto Picchio,fisarmonica
Il misterioso percorso della ballata dall'Europa alle Marche.
Le ballate europee a confronto con le corrispondenti ritrovate da La Macina nelle Marche .
Con la partecipazione straordinaria di: Gastone Pietrucci
21) LA MACINA - ALLI' CARACCIOLO- MARIA NOVELLA GOBBI in
"SONO MISTERIOSA COME TUTTI"
Recital-Concerto per la Festa della Donna
Con la partecipazione straordinraia di Marco Gigli,chitarra, voce
22) LA MACINA & L'ALTRA PARTE DEL CIELO in
"IO VORREI CHE SULLA LUNA..."
Cantata per sei voci femminili:Franca Medi-Maria Rosa Milani-Luciana Petrini-Maria Pia Piccioni-Graziana Savini-Beatrice Torbidoni su repertorio de La Macina.
Con la partecipazione straordinaria di Gastone Pietrucci, voce, Adriano Taborro, chitarra, mandolino, Marco Gigli, chitarra, voce.
23) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA in
" LA VOCE, LA MUSICA, LA POESIA"
Omaggio a Domenico Modugno, Lugi Tenco, Piero Ciampi, Fabrizio De André
Modugno, Ciampi, Tenco, De André: quattro destini d'autore nella canzone del Novecento, quattro vie maestre, pur nelle profonde distinzioni tematiche e di stile, che hanno le trame del vivere come denominatore comune, tra solitudine e amore, tra desolazione e meraviglia, tra incanto e sconfitta. Modugno, pugliese di Polignano a Mare, dove era nato nel 1928; Tenco piemontese di Cassine dove era nato nel '38; Ciampi toscano di Livorno dove era nato nel '34, De André ligure di Genova Pegli dove era nato nel '40. Ognuno ha segnato un sentiero indelebile proprio considerando quel tanto di estraneità - soprattutto Ciampi - e di ruvida adesione sociale. L'opera dei quattro chansonnier è attraversata da una nuova ricerca interpretativa e da un'intensa adesione a quegli universi tematici, testuali e musicali anche in virtù dei ponti di congiunzione costituiti dal "parlato" del narratore che tenta di illuminare i quartieri del senso e le "isole" di verità e bellezza che le canzoni contengono e conservano, nonostante il passare del tempo. Il concerto: “La voce, la musica, la poesia” nasce dalla vocazione profonda di chi si ostina a confermare la solidità della parola e la tremante libertà della musica nel cuore della vita di ognuno, e vuole rendere un doveroso omaggio a questi quattro grandi artisti che hanno determinato ed influenzato la canzone italiana del secondo Novecento. (Francesco Scarabicchi).
24) GASTONE PIETRUCCI in
"LA CANZONE POPOLARE COME INCANTO, RACCONTO E CANTO"
Nel canto, la memoria... (Lezioni-concerto)
Con la partecipazione straordinaria di Marco Gigli,chitarra, voce
25)GASTONE PIETRUCCI-MARINO & SANDRO SEVERINI in
" DU' CHIACCHIERE E DU' CANZONI"
La storia di un grande progetto e di una grande amicizia
26) LA MACINA in
LA MACINA "A LA CARTE"
Speciale Menù-Concerto de La Macina.
Con questo incredibile, indito ed azzeccatissimo concerto "a la carte" il pubblico potrà"ordinare" a suo piacimento le canzoni dallo sterminato repertorio de La Macina, come da un ipotetico e ricco "menù", a formare la scaletta del Concerto e ad essere parte attiva della festa e del gioco.
27) GASTONE PIETRUCCI-ALLI' CARACCIOLO-MARIA NOVELLA GOBBI in
"CIELI DITE PERCHE'?"
Per il Giorno della Memoria
con la partecipazione straordinaria di Marco Gigli, chitarra, voce, Adriano Taborro,chitarra, mandolino, violino
28) GIORGIO CELLINESE & LA MACINA in
"JEMECE A FFA' UN SONNELLINO IN FONDO ALLO STAGNO..."
Racconti e tradizioni popolari atriane della Famiglia Cellinese attraverso la voce, i ricordi, il canto di Giorgio Cellinese, accompagnato da La Macina
29) GASTONE PIETRUCCI-LA MACINA
in
DA “TUTO E’ CORPO D’AMORE” A “EL VIVE D’OMO”
Dal canzoniere poetico di Franco Scataglini musicato ed interpretato da La Macina.
Perché Scataglini
E’ stato giustamente rilevato che l’opera in versi di Franco Scataglini, dalla prima raccolta E per un frutto piace tutto un orto (’73) al suo poema-culmine El sol (’95), si sviluppa secondo un ascendente verticale: dal patimento carnale, nelle forme più dure dell’esproprio e della penuria, alla nuda espressione di un valore per cui la vita coincide esattamente con il senso della poesia. Non perché la poesia sostituisca o surroghi la vita ma, al contrario, perché imponendosi con forza invasiva essa ne restituisce tutto lo spessore e il pulsare lancinante.
All’apice di un lungo viaggio dentro l’esistenza, le immagini terminali della Rosa e del Giardino sono, per Scataglini, come l’antipode e il riscatto di quelle che ne ferivano crudamente l’avvio, vale a dire il Carcere, il Mattatoio e il Labirinto in cui l’uomo si aggirava accecato, senza requie e destino, alla pari di un Minotauro.
Sono, queste, immagini della cultura classica (e Scataglini fu in effetti poeta di straordinaria raffinatezza) ma traslate in una lingua che si origina da dentro e dal basso. E’ la lingua medesima dei provenzali e di Dante ma, nello stesso tempo, è il bacino in cui rampollano da sempre i dialetti, gli idiomi di un’atavica civiltà rurale e artigianale. Inimitabile è la pronuncia del poeta anconetano ma è di lì che deduce la sua materia prima; ed è lì che La Macina lo incontra, nell’intersezione di carne esplosa e struggente spiritualità, nella speciale risonanza che fa della voce popolare un segno di aristocrazia.
Non si tratta, da parte della Macina, di un meccanico mettere in musica Scataglini, ovvero di illustrarlo (che sarebbe operazione parassitaria, persino temeraria); si tratta, semmai, di interpretarlo e, alla lettera, di tradurlo, come farebbe un pittore, uno scrittore o appunto un musicista che si ispirasse esplicitamente alla sua opera.
Infine è un modo per tornare a leggerlo, per accogliere il senso della sua perdurante eredità.
Massimo Raffaeli – Francesco Scarabicchi
Ideazione e Regia di Gastone Pietrucci.
con
Gastone Pietrucci-La Macina
e la partecipazione straordinaria di
Marino Severini, voce, chitarra
e di
Milena Gregori, voce fuori campo.
30) GASTONE PIETRUCCI E ORCHESTRA GIOVANILE DELLE MARCHE DIRETTA DAL MAESTRO STEFANO CAMPOLUCCI
in
“EL GATTO MAMMONE...” .
Favola marchigiana in musica.
Musiche originali: Stefano Campolucci.
Gastone Pietrucci,voce recitante.
Orchestra Giavanile delle Marche diretta dal Maestro Stefano Camplucci:
con la partecipazione di
Marco Gigli,chitarra
e Roberto Picchio, fisarmonicadel Gruppo “La Macina”.
Direttore e concertatore: Stefano Campolucci.
31) CONCERTI MONOTEMATECI DE LA MACINA in
a) " JE SE VEDEA LE PORTE DELL'AFFANNO..."
Canti satirici e licenziosi della cultura orale marchigiana.
b) "C'ERA UNA VOLTA CATERINA NERINA BAFFINA DE'LA PIMPIRIMPINA..."
Tiritere, canti, filastrocche, conte, giochi cantati, favolette a formula e a chiapparello, cantilene, scioglilingua, rime, poesie religiose, ballate, canti rituali di questua, balli, canti iterativi ed enumerativi, ninne-nanne del mondo infantile marchigiano.
c) "E PIANGERO' PER LUI SPIETATAMENTE..." / I CANTI DELL'ANIMA"
Canti religiosi della cultura orale umbro-marchigiana.