Roberto VINCENZOTTO , Il Gazzettino, 8 Luglio 1998
FOLKEST 1998
LA COLORATA MACINA CHE DIVERTE CANTANDO LEOPARDI
Si presentano in nero, ma sono molto coloriti. Provengono da una regione colortata, le Marche, hanno il nome di un impianto grigio che trasforma materia prima chiara. Il quintetto della Macina, dopo Tolmezzo suggella a Cordenons la propria capacità musicale, cogliendo il pubblico di Folkest alle spalle, a viva voce. E' un canto di questua, adulto, quello che apre il dialogo divertito edintenso, un augurio contadino di buon anno nuovo confezionato con allegria. Quest'ultima è l'intercalare della serata, che pur lascia spazio a liriche dense, senza mai snocciolare noia. Sarà il saltarello che attizza subito la simpatia, saranno le ballate arcaiche che prendono forma e suoni in era moderna; pure le liriche d'amore trasudano d'una serenità e di una limpidezza che non sempre si riesce a trasferire con la canzone popolare.
La Milano del centro Italia, Jesi e le sue filande, è solo uno dei fulcri da cui gli "informatori" autoctoni hanno trasmesso alla Macina ritmi e strofe altrimenti dispersi. Insieme alla canzone popolare delle Marche emigra fin qui anche la produzione leopardiana. Dallo Zibaldone di Giacomo Leopardi, con gli stornelli del suo tempo, alle rime in ottava italianizzate da Pier Francesco, La Macina riporta al lessico originario una produzione che non è difficile da comprendere nemmeno a Nord Est. I canti di questua inscenati da bambini non tradiscono il carattere giocoso del gruppo e lo spirito marchigiano. Doti oltre l'apparenza che sfociano in una serie di canti licenziosi, facili come accalappiagente, apprezzati come inframezzo agli scioglilingua. Il repertorio della Macina sconfina nell'omaggio alla compianta toscana Dodi Moscati, con un'interpretazione avvolgente del Pan pentito. Sempre con strumenti, poveri, ma autentici: fisarmonica, tamburelli, raganella, campanacci, chitarre e cembalo marchigiano. La forza di essere veri e non dosati in sala d'incisione."
Roberto Vincenzotto, Il Gazzettino, 8 Luglio, 1998