Max STEFANI, MUCCHIO Selvaggio , n. 576, 27 aprile-3 maggio 2004
GANG - LA MACINA
NUOVI CANTASTORIE E VECCHI FUORILEGGE
Prestare all'altro le proprie canzoni, le proprie storie e farle comuni, condividerle. Questa è la genesi dell'incontro tra i Gang e i La Macina che ha dato vita all'album disco Nel tempo ed oltre, cantando.
"[... ] Sono cosciente che per te si tratta di un progetto che covavi da tempo, ma come si colloca questo disco all'interno della discografia dei Gang?
Per me questo progetto è molto importante perchè unisce, fa incontrare, due percorsi in uno stesso luogo, quello della Memoria. Non solo, ma rivitalizza oltre le canzoni stesse, anche la figura del cantastorie ormai persa, messa al bando. Il cantastorie è colui che da sempre tiene unita la comunità attraverso la condivisione della Memoria. Senza questa figura si rischia di perdere l'identità, il senso della strada fatta, il cammino, la grande marcia chiamata "emancipazione" per la conquista della dignità. Solo colui che custodisce la Memoria può dare speranza ai più piccoli, a quelli che verranno, per il futuro. Nessun altro. Così era, così è e così sarà.
Ritengo Gastone Pietrucci, leader e voce dei La Macina, il cantante, il testimone, il custode della canzone popolare marchigiana, e aver lavorato con lui è stato per me come l'aver cantato con Dylan o Strummer o Woody Guthrie [...]
[...] Questo è un disco che serve a concimare e dare acqua alle nostre radici, un pò assetate per le cattive stagioni passate. Così e solo così ci potrà essere una nuova fioritura, più viva e ricca di colori, Un raccolto più abbondante [...]
[... ] Da vecchio amante della tua band, mi fa una strana impressione sentire cantare dai La Macina Le radici e le ali.
La voce di Gastone dà a Le radici e le ali un'epicità che mai avevo sentito. Non è un caso che molti, ma molti nostri amici, che ci conoscono da sempre e che amano questa canzone, ne siano rimasti sbalorditi ed entusiasti.
Anche io e Sandro abbiamo aggiunto all'arrangiamento originale una sequenza di archi e oboe per sottolineare e far venire fuori ancora di più la sua interpretazione, che ritengo bellissima e da grande e vero interprete popolare.
Forse è l'abitudine a fare questi scherzi, a voler legare un testo a una voce, ma le canzoni sono fatte per essere cantate da tutti quelli che le amano, che le sentono care. E Gastone, proprio per questo, è riuscito a portarla altrove, sentendola sua più di chiunque altro [...]"
Max Stefani, Mucchio Selvaggio, n. 576, 27 Aprile-3 Maggio 2004