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Home Critiche Raimondo Montesi , il Resto del Carlino, 1 marzo, 2004

Raimondo Montesi , il Resto del Carlino, 1 marzo, 2004

PostDateIconDomenica 09 Dicembre 2007 17:28 | PDF | Stampa | E-mail

Straordinario concerto sabato sera al Massimo cittadino affollato da tantissimi giovani che hanno potuto ascoltare l'ultimo lavoro delle due band marchigiane
MACINA & GANG, IL FOLK-ROCK CONQUISTA LE MUSE
In due ore di musica sono stati proposti i successi storici ma anche i lavori del progetto comune

ANCONA - L'anima rock dei Gang e quella folk della Macina perfettamente fuse insieme, per un'altra serata memorabile al Teatro delle Muse. E' stato uno straordinario "paghi uno e prendi due" quello di sabato al Massimo.
Da una parte "i Clash marchigiani", la band fondata agli inizi degli anni Ottanta in quel di Filottrano dai fratelli Marino e Sandro Severini, dall'altra il gruppo di Gastone Pietrucci, da 35 anni custode del patrimonio musicale popolare marchigiano. Insieme per un concerto-evento, che ha suggellato una collaborazione che dura ormai da quattro anni. L'occasione era speciale: la presentazione del primo cd "comunitario", "Nel tempo ed oltre, cantando...", dodici brani storici dei due gruppi, a formare una sorta di compendio dell'arte folk-rock che anima il progetto Macina-Gang.
Chi si attendeva poche centinaia di aficionados resta deluso. Le Muse traboccano di pubblico come nelle occasioni migliori. Tanti giovani in platea, nelle gallerie. E quando Pietrucci si presenta sul palco l'applauso che lo accoglie è da rockstar.

Poi il sipario si alza, e compaiono i Severini (Marino, voce e chitarra, e Sandro, chitarra elettrica solista), Francesco Caporaletti al basso, Paolo Mozzicafreddo alla batteria e Marco Tentelli alle tastiere, per i Gang. Marco Gigli (chitarra), Roberto Picchio (fisarmonica) e Adriano Taborro (chitarre e mandolino) per la Macina. Tutti rigorosamente "mescolati" sul palco. L'inizio è affidato a due classici dei Gang, "Le radici e le ali" e "Kowalsky", e l'emozione è già grande.
Dopo la parentesi folk del tradizionale "Stavo in bottega che llavoravo..."si torna al repertorio Gang con "La pianura dei sette fratelli". "Caridà caridà ssignora..."è una sferzata di energia.
Per calmarsi serve "Iside", ancora dei Severini Bros, seguita da "Cecilia", cavallo di battaglia della Macina che sparge poesia ed emozioni nel buio del teatro.
"Sesto San Giovanni" ed "Eurilao e Niso", pagine indimenticate dei Gang strappano applausi.
Marino e Gastone si alternano al microfono, gli altri ne seguono gli slanci che è una meraviglia. Alla fine i bis, tra l'ovazione del pubblico.

Raimondo Montesi, il Resto del Carlino, lunedì 1 Marzo, 2004

 

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