Alberto PELLEGRINO , Musicultura, Dicembre 2002; da Rocca , N. 7 - 1 Aprile 2003 -Alberto PELLEGRINO , Rocca , 1 Aprile 2005
"Giunge sempre il momento in cui un musicista sensibile e un ricercatore attento e sofisticato avverte il bisogno, dopo tanti anni di impegno e di attività, di fare il punto per verificare il suo percorso artistico e culturale. E' il caso di Gastone Pietrucci
, patron e direttore dell'ormai mitico gruppo La Macina, che alla fine del 2002 ha pubblicato per la casa discografica Storie di Note> il primo volume di questa nuova raccolta intitolata Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto... In questa raccolta Pietrucci interpreta i vari brani con la sua voce scura e tormentata, conferendo ad essi una costante nota di nobile malinconia [...]"
Alberto Pellegrino, Musicultura, Dicembre, 2002
"[... ] Da questa voglia di memoria e di riscoperta è nato un lavoro Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto
che gli appassionati di musica folk non possono lasciarsi sfuggire [...]
[... ] Tutti questi testi, collegati dai fondamentali sentimenti che caratterizzano l'esistenza dell'uomo, costituiscono come un'unica e affascinante rappresentazione popolare del grande teatro della vita, quando il canto diventa scrittura e si propone attraverso una vera e propria drammaturgia della voce"
Alberto Pellegrino, Rocca, n. 7 - 1 Aprile 2003
Dalle recenzione al CD, Gastone Pietrucci-La Macina, Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, Vol. I, 2002
MUSICA - Autori folk
" [...] Una efficace commistione fra musica folk e musica d'autore si ha nel disco Macina/Gang, "Nel tempo ed oltre cantando...", dove interagiscono due ormai famosi gruppi marchigiani, riuscendo a coniugare l'esperienza popolare della Macina con la vocazione rock-impegnato della Gang. Nella raccolta troviamo pertanto le radici popolari di una forma di canto radicata nel passato e tipica delle classi subalterne e sfruttate che cercando di dare voce in qualche modo al loro tragico destino, mentre nelle composizioni della Gang emerge l'anelito di un neoproletariato urbano che vuole liberarsi da catene spesso subdole e invisibili: da un lato ritornano i canti di questua, il malinconico canto delle operarie di filanda, il celebre lamento di Cecilia ingannata dal potere, il canto liberatorio del carnevale, i canti satirici e le filastrocche gioiose; dall'altro troviamo famose composizioni della Gang come Le radici e le ali, Kowalsky
"crocefisso alla stazione di Bologna", il ricorso appassionato dei Sette fratelli Cervi un canto d'amore (Iside), il canto operaio
Sesto San Giovanni , la ballata partigiana Eurialo e Niso. [...]
Alberto Pellegrino, Rocca, - 1 Aprile 2005
Dalla recenzione al CD, Macina-Gang, Nel tempo ed oltre, cantando", 2004
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