Guido GIAZZI, BUSCADERO , Recenzioni rock, N° 256 Aprile 2004, Anno XXIV
MACINA/GANG Nel tempo ed oltre, cantando - Storie di Note
"Prima di tutto un plauso all'etichetta indipendente Storie di Note che dimostra negli anni come le idee chiare, anche in un mercato discografico asfittico come quello italiano, possano portare a buoni risultati qualitativi ed economici.
La piccola etichetta viterbese, lontana dai circuiti battuti dalle major, è oggi un faro per molti artisti italiani e la sua scuderia diventa ogni anno sempre più ricca di personaggi importanti.
Oggi dedichiamo il nostro spazio ad un bellissimo album che vede il sala di incisione il gruppo folk marchigiano dei Macina, guidato dal cantastorie Gastone Pietrucci, nella reinterpretazione di alcune tra le più famose canzoni scritte dai corregionali Gang dei fratelli Severini.
I Gang, scottati e distanti dal music business italiano, meritano una posizione di riguardo nella piccola storia musicale del nostro Paese. L'abbandono della lingua inglese e conseguentemente il rischio di diventare una cover band dei Clash, la ricerca sonora giocata su un rock aggressivo e su tematiche sociali e politiche, sono un chiaro esempio di nuovo folk popolare.
Con i Gang la musica italiana ha ripreso a parlare un linguaggio dimenticato: la storia del nostro Paese, la Resistenza, gli operai, la fabbrica, il mondo del lavoro, le politiche sociali, i Paesi poveri in costante ricerca di sviluppo, il razzismo, la violenza nelle hinterland metropolitane...
Questi ed altri temi Marino Severini ha raccontato nelle sue canzoni e questo giustamente è stato ripreso da Pietrucci nel riproporre i brani dei Gang come repertorio classico affiancandolo a vecchie canzoni popolari marchigiane.
Fa un certo effetto risentire i brani composti da Severini e Bubola, interpretati da par suo da Gastone Pietrucci. Ed è interessante come canzoni quali Eurialo e Niso (una delle più belle canzoni italiane dedicate alla Resistenza) Kowalsky o Sesto San Giovanni abbiano in queste nuove versioni, un tocco di classicità, un arricchimento emotivo. Se i Gang in questi anni abbiamo avuto modo di conoscerli bene, il gruppo Macina, da più di trentacinque anni sulla breccia - è stata per noi una sorpresa. I Macina sono una band di musica popolare caratterizzati da una ricca strumentazione: nei loro brani troviamo oltre la chitarra e il tamburo (che fa da base ritmica) anche la fisarmonica (non poteva mancare in una band marchigiana) il cembalo e il mandolino. Bellissima è la loro versione di Cecilia (Nigra 3) una storia dark italiana di fine secolo dalla tematica cara a Nick Cave. La canzone narra la storia di una donna che per salvare il proprio marito si concede ad un altro uomo. Il marito, nonostante il sacrificio della donna, verrà giustiziato e la donna perderà l'onore. Oltre al tema doloroso va sottolineato il poetico testo cantato in dialetto marchigiano, ricco di apostrofi e di parole tronche.
Un album che potrà piacere ai fans dei Gang e a tutti quelli che seguono con interesse le vicende della musica popolare italiana.