Gastone VENTURELLI, dalla prefazione al libro "Cultura Popolare Marchigiana", 1985; dalla prefazione al disco, "C’era una volta Caterina nerina baffina de’la pimpirimpina…, 1986;
"E' con viva soddisfazione che vedo realizzata e pronta per la stampa la raccolta di testi poetici popolari cui Gastone Pietrucci lavorava da anni con entusiasmo e competenza. E si tratta di una delle raccolte marchigiane più cospicue, se non addirittura la maggiore per numero di testi (sono infatti ben 633 documenti, con le loro varianti). Nel panorama marchigiano degli studi di letteratura popolare, la raccolta del Pietrucci lascerà certamente un'impronta e gli studiosi avranno d'ora in poi a disposizione materiali sicuri e ordinati, come raramente è avvenuto prima di ora per questa regione, che si dimostra ricca e vivace, ma che nonn ha avuto - a differenza di altre regioni itaaliane - da parte di studiosi e raccoglitori, le attenzioni che meritava e che merita.
Iniziata verso la metà degli anni Settanta, questa raccolta ci dà testimonianza di quanto nelle Marche sia ancora vitale il canto popolare; e una volta di più si ha la conferma di come sia stato e sia insensato l'atteggiamento di gran parte dei raccoglitori che sempre piangono sulle morte tradizioni e che spesso ci presentano i propri materiali come gli ultimi in senso assoluto di comunità in disgregazione culturale. Non è così fortunatamente e il Pietrucci ce lo dimostra per le Marche: vivissimi sono i canti lirici-monostrofici ( e vorrei sottolineare la gustosa e nutrita sezione degli stornelli licenziosi, spesso trascurati o censurati da quasi tutti i raccoglitori), ma ampia anche la raccolta dei cant narrativi (dalle ballate arcaiche di provenienza settentrionale, ai canti iterativi, fino ai più recenti componimneti dei cantastorie), numerosi i canti di accompagnamento ai rituali di questua (vera speciallità del Pietrucci, che da circa un decennio opera attivamente nella sua regione promuovendo ogni anno rassegne di Pasquelle, di passioni e di Maggiolate) e così via, fino alla poesia religiosa e a quei componimenti, a torto considerati minori, che con definizione pasoliniana chiamiamo "poesia folclorica". Nella maggior parte dei casi questa raccolta ci presenta documenti già noti nella tradizione di altre regioni italiane, ma non sono assenti anche testi che, pur sicuramenti popolari, non hanno attestazioni extramarchigiane: e ciò a riprova, se mai ce ne fosse bisogno, della originale capacità cretaiva di questa nostra regione. Gli anni Settanta sono stati caratterizzati in Italia da una viva attenzione verso il canto popolare (ma fino a che punto si trattava di uan moda?) senza tuttavia che si siano avuti contributi eccezionali sul piano teorico, senza nuove proposte filologiche e pur anche senza troppe raccolte ampie e ordinate come avavamo invece nel secondo Ottocento. Il contributo che oggi il Pietrucci ci offre [...], è, sul piano della ricerca sul campo, uno dei più seri e dei più cospicui".
Gastone Venturelli, Docente di Storia delle Tradizioni Popolari all'Università di Urbino e di Storia delle Lingua Italiana all'Università di Firenze. (dalla prefazione al libro di Gastone Pietrucci, "Cultura Popolare Marchigiana". Canti e testi tradizionali raccolti nella Vallesina, Jesi, 1985
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Il Gruppo di Canto Popolare “La Macina” è ora al suo terzo LP di musica popolare marchigiana. Si tratta di una delle formazioni folk più serie e più rispettose della tradizione autentica; e ciò si deve in gran parte al fatto che il ‘Gruppo’ si muove sulla base di quelle ricerche costanti e approfondite che Gastone Pietrucci, animatore ed egli stesso componente del ‘Gruppo’, va conducendo con successo, da almeno un decennio, nelle varie province delle Marche e dell’Umbria. A riscontro degli interessi scientifici con cui il Pietrucci conduce le sue ricerche sul campo, basterà ricordare il suo recente volume Cultura Popolare Marchigiana. Canti e testi tradizionali raccolti nella Vallesina, sicuramente la più ampia e organica raccolta di canti popolari che vantino le Marche. Dopo i due dischi Vene il sabado e vene il venere… e Io me ne vojo andà pel mondo sperso…, che offrono una panoramica del canto narrativo, del canto lirico e dei canti legati ai rituali di questua, ora “La Macina” ci presenta una serie di documenti (tre dei quali in edizione originale, riprodotti con la voce autentica dei portatori della tradizione) per lo più legati al mondo infantile: e sono conte, filastrocche, giochi cantati, ninna-nanne, favolette a formula e a chiapparello, con anche esempi di ballate e di canti iterativi arcaici, e con un pezzo raro e prezioso quale è Scacciamarzo, in una versione assai complicata e contaminata con le più note e diffuse Pasquelle dell’Epifania.
Gastone Venturelli, dalla prefazione al disco, La Macina, C'era una volta Caterina nerina baffina de' la pimpirimpina..., 1986