Francesco SCARABICCHI Il Messaggero 20 Agosto 2001; 25 Novembre 2002
Francesco Scarabicchi
LA "MACINA" DEL TEMPO. GASTONE PIETRUCCI ANIMA DEL CANTO POPOLARE. La storia del gruppo folk che dal '68 interpreta la tradizione musicale marchigiana più autentica.
"[...] Gastone Pietrucci & La Macina si intitola lo spettacolo, coordinato dal prezioso Giorgio Cellinese, ricchissimo ed inedito [...] nel quale si ripercorre un sentiero di oltre tre decenni di cerca paziente e meticolosa nella miniera di tesori e memorie dei canti del popolo che sarebbero andati sicuramente alla polvere, se Gastone non li avesse ricevuti dai "portatori" e letteralmente "salvati" dal buio profondo facendosi di essi voce e scena, sguardo del senso e del suono con i suoi musicisti ...
... (Marco Gigli, Roberto Picchio, Adriano Taborro) toccati dal dono della misura e dell'armonia consonante, altre pronunzie oltre la sua che sempre di più si fa intensa, struggente e graffiata dagli anni e lascia salire, da quelle distanze dell'umano, il calco d'amore muto e di pena, di sensualità e di dolore, di malinconia e pietà che sono il privilegio di questi eventi, fessure da cui guardare il mondo che siamo stati e siamo, isole nella storia feroce del dominio, là dove la tradizione di una civiltà contadina, artigianale, marinara dell' "umile Italia", da Dante a Pasolini, segna di sé le epoche perchè non si dimentichi: da "io vorrei che sulla luna" a "Il mare è ttorbido l'acqua è turchina", da "La guerriera" a "Cecilia", da "Bela sei nada femmena" alla gemma screziata e ignota registrata da beniamino Gigli nel '54, "S'io fossi una formica" (frammento di "Monaca a forza") fino a quel dono senza aggettivi di "Benediciamo a Cristoforo Colomboa" in cui l'intensità del pianto è pari alla rabbia di generazioni umiliate dall'emigrazione e dallo sfruttamento ("Quando in America noi siano arrivati/ abbiam trovato nè paja nè fieno/ abbiam dormito sul duro terreno/ come le bestie ci hanno trattà").
Le anime del canto di Gastone Pietrucci conservano e consegnano la carità rivolta ai destini perduti, alla responsabilità della memoria e al sangue del presente."
Francesco Scarabicchi, Il Messaggero, Anno 123. N. 228, 20 Agosto 2001
"[...] nuovo, misurato e bellissimo, anche graficamente, CD [...] "Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto": il titolo condensa l'integrale riattraversamento, da parte del carattere della voce di Gastone Pietrucci, di un repertorio composto in oltre trentacinque anni di ricerca condotta nel profondo dell'antica cultura orale delle Marche [... ] [...] La discografia de La Macina è ormai molto vasta e cifra stagioni del tempo (dal 1968 ad oggi) attraversate dalle diverse figure di esecutori che si sono succedute fino all'attuale assetto di musicisti esperti come Marco Gigli, Michele Lelli, Roberto Picchio, Adriano Taborro i quali hanno ridisegnato l'abito sonoro ed armonico dei testi cui Gastone Pietrucci imprime, con la sua interpretazione, una pronuncia contemporanea che ne svela tutta la radice classica e modernissima proprio là dove, in apparenza, sembrerebbero reperti di un universo sepolto e invece si offrono densi di motivi legati all'esistere di tutti perche di tutti sono, nonostante l'insensatezza dell'epoca che si ostina a negarli, l'amore, il dolore, la pena, la gelosia, la rabbia, l'ira, la vendetta, il godimento, la sofferenza, la paura, l'onore, la dignità, il tradimento, lo struggimento, il pianto e il riso. Il volume contiene la preziosa interpretazione di particolari identità della canzone: Rossana Casale, Giovanna Marini, Marino e Sandro Severini (Gang), Riccardo Tesi. Anche attraverso i loro apporti si compie il viaggio - a toni cupi, ad ombre, a chiaro e luce, nel taglio radente che si fa aspro, sensuale e lirico- dentro i quartieri della vita così com' è stata, com'è e come sarà, per quel tanto di immutabile che dimora nel grembo dell'umano. I caldi, rauchi fondali di tonalità intense e di marcati caratteri del canto di Gastone Pietrucci ci accostano ai fili invisibili delle esistenze che appaiono e scompaiono, tra l'esercito di Napoleone, le fanciulle da marito, la disperara rabbia dei sempiterni esodi, la guerra che conferma la sua orrenda attualità, la pietà ferita, la memoria".
Francesco Scarabicchi, Gli aedi marchigiani cantano la bella fata, Il Messaggero, Anno 123. N. 228, 20 Agosto 2001