Critiche
Alessio SURIAN , il giornale della musica, Anno XXIV, n. 248 /maggio 2008in Italia quarant'anni di Macina LA QUESTUA DEL CANTAMAGGIO Gastone Pietrucci, voce storica del folk marchigiano, feseggia i quarant'anni della sua Macina e ci racconta la prossima rassegna di Morro D'Alba (Ancona) Gastone Pietrucci è il fondatore e la mente de La Macina, gruppo simbolo del folk revival marchigiano che festeggia nel 2008 quarant'anni. Prallelamente, da anni Pietrucci porta avanti la trdaizione del Cantamaggio (Morro D'Alba, 16.17.18 e 31 Maggio) rassegna dedicata alla questua e ai canbti popolari ad essa comnnessi. Come nasce l'idea di organizzare il Cantamaggio? L'idea della festa del Cantamaggio di Morro D'Alba mi è venuta nel 1983, sull'esempio delle altre Rassegne sul canto rituale di questua della tradizione orale marchigiana che avevo già allestito a Monsano, per poi passare a Polverigi con la Passione e a Montecarotto per la Pasquella. La Rassegna dello Scacciamarzo, unico canto rituale infantile marchigiano, è a Monsano dal 1988. Qual è il rapporto fra Macina e Cantamaggio? A partire da una nostra sollecitazione, il Comune di Morro D’Alba ha accolto l’idea di organizzarlo , sulla scia della Passione di Polverigi. Come e quando nasce l’idea di organizzare il Cantamaggio? L’idea della festa del “Cantamaggio” di Morro D’Alba mi è nata nel 1983, sull’esempio delle altre Rassegne sul canto rituale di questua della tradizione orale marchigiana che avevo già allestito a Monsano (dal 1974) per poi passare a Polverigi (dal 1985) per la “Passione” e a Montecarotto dal 1985 per la “Pasquella”. La Rassegna dello “Scacciamarzo” (unico canto rituale infantile marchigiano), lo organizzo a Monsano dal 1988. Qual è il rapporto fra Macina e Cantamaggio? Come si sono aiutati a vicenda? Il rapporto tra La Macina ed il Cantamaggio, è molto stretto. Praticamente dietro il nostro stimolo, il Comune di Morro D’alba ha accolto l’idea di organizzare la Festa del Cantamaggio, sulla scia del successo già consolidato da anni dall’altra Rassegna della Passione”di Polverigi. In tutte le Rassegne che organizza, La Macina è servita come punto di riferimento. Per una ventina d’anni, ci siamo esibiti come “spalla” al gruppo musicale ospite, così da attirare più gente possibile e far scoprire altre realtà musicali. Ora che il pubblico è cresciuto, in tutti i sensi, La Macina si limita soltanto ad organizzare e ad ospitare altre realtà. Ho introdotto nella Festa anche il rito dell’Addobbo da parte dei bambini della locale Scuola Materna, del Corteo e della “Piantagione” - in piazza , eseguito dai giovani del paese nel giorno della Festa - e del Rogo dell’Albero del Maggio nell’ultima notte del mese. Come si è trasformato il Cantamaggio nel corso degli anni? Il Cantamaggio non ha subito cambiamenti, nonostante inviti più o meno interessati nel corso degli anni ad aggiungere “novità” che nulla avrebbero aggiunto. La formula è sempre la stessa: al mattino, quando arrivano i gruppi di tradizione che arrivano, vanno a fare la questua, portando casa per casa il canto augurale come si faceva anticamente, coprendo il territorio della campagna e del paese. Questa è la parte più importante ed affascinante, la meno evidente, più “nascosta” e sicuramente ostica da seguire: i gruppi hanno un preciso percorso, sparsi per tutto il territorio comunale. Nel pomeriggio, si svolgono le varie Rassegne, curate dal sottoscritto, alla presenza di un pubblico, numeroso, attento e partecipe. Direi che a Morro D’alba, l’unica, importante novità è stata proprio l’inserimento, per la prima volta dal 2005, della Rassegna pomeridiana, sul palco centrale, mentre sino ad allora i Gruppi si esibivano in piena libertà, tra la gente. Qualche ricordo particolarmente significativo? Uno su tutti: l’aver fatto conoscere ed esibire i vari gruppi spontanei del Maggio di Fabriano, una delle scoperte più importanti di tutta la mia ricerca. Squadre di sei, otto “maggianti”, con un modo di suonare gli strumenti ad arco - tra l’altro costruiti dall’ultimo liutaio popolare di Fabriano, Ireneo Alberti, contadino, idraulico e liutaio per passione- completamente differente dall’impostazione classica. Prima di suonare, le corde dell’archetto dei violini e del “violone” (basso a tre corde, portato e suonato a spalla dal suonatore) vengono sfregate nella pietra pomice, tanto che l’accompagnamento ne veniva stridulo, ma dolcissimo nello stesso tempo, evocatore di contesti arcaici ed orientaleggainti - come del resto il loro incredibile modo di cantare.. Una preziosa e strana “isola” questa di Fabriano, ben distinta dal resto delle Marche. Ed inoltre ricordo con piacere l’incontro felice e l’esibizione spontanea ed inattesa ad uno dei “Concerti per il Maggio” di due tra le più grandi folk singer italiane, l’indimenticabile Caterina Bueno e Giovanna Marini con gli allievi della Scuola del Testaccio. Prossimi progetti discografici ? In occasione dei quaranta anni de La Macina, abbiamo un anno ricco di progetti, di impegni e di festeggiamenti. Intanto la preparazione del prossimo Monsano Folk Festival, (alla ventitreesima edizione), che passerà per molti luoghi dove La Macina ha lavorato, ricercato, prodotto durante questi anni. Si intitolerà "I luoghi della memoria" e toccherà una ventina di Comuni dell’anconetano in cui La Macina si è esibita, e durerà eccezionalmente, per la prima volta, probabilmente dal 1 al 30 agosto. Poi registreremo e pubblicheremo il terzo volume della trilogia: “Aedo malinconico ed ardente, acque e fuoco di canto” : uscirà a fine anno con grandi ospiti della scena popolare italiana. Infine terremo il concerto-evento: “Un canto d’amore lungo quaranta anni” a novembre in Ancona, al Teatro delle “Muse”, dove La Macina festeggerà il suo anniversario, con tutti i grandi artisti che hanno partecipato e collaborato in questi anni ai suoi lavori discografici: Moni Ovadia, Giovanna Marini, i Gang, Rossana Casale, Riccardo Tesi, Fedrico Mondelci, Enzo Cucchi, Allì Caracciolo. Alessio Surian, il giornale della musica, Anno XXIV, n. 248, maggio 2008 |
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- A. Maria Casavola, Alta Fedeltà, n. 3, Marzo 1983; Mario Colangeli , Radiocorriere TV, n. 12, 21 /27 Marzo, 1982;);. Giancarlo Nostrini , FolkGiornale, Anno I, n. 3, 1983; dalle recenzioni al disco "Vene il sabado e vene il venere… ", 1982.
- Fabio BRISIGHELLI , Corriere Adriatico,26 Gennaio 1999; 4 Maggio, 2003; 1 Marzo 2004; 12 Giugno 2006
- Franco Luca’ , FolkNote, Torino, 1986 ); Giugno in Cascina, Torino, 25-28 Giugno 1987
- Roberto Cimetta, il Resto del Carlino, Domenica 23 Luglio, 1978